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Cinonio e la questione della lingua - da "volgare" a italiano
- augustonegrini
- 12 set 2021
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 22 dic 2021

Marcantonio Mambelli, accademico gesuita, sarà una figura ormai sconosciuta alla maggioranza degli studiosi dell’italiano, ma nel suo piccolo fece un grande contributo all’italiano nella sua affermazione come lingua nazionale.
I primi anni: Nato a Forli nel 1582, era un giovane tranquillo e studioso. Con questo carattere non sorprende che, abbracciando la vita religiosa nel 1606, entrasse nella Compagnia di Gesù, i cui membri erano famosi appunto per la dedizione alla vita accademica. Proprio per questo aspetto Mambelli conquistò subito il rispetto dei suoi confratelli. Frequentando a Forlì la Accademia dei Filergiti, dedicata a temi letterari e scientifici, gli fu attribuito il soprannome Cinonio (dal greco utile a tutti), che era un felice presagio del suo operato.
Il lavoro di una vita: Trasferito a Palermo, nel locale convento dei Gesuiti, iniziò nel 1613, per richiesta dei suoi superiori a raccogliere in breve quanto bastasse all’uso dello scrivere correttamente e regolatamente parlare nella nostra lingua Italiana. Il Cinonio si dedicò a questo lavoro per tutta la vita, anche quando venne trasferito prima a Roma e poi in Germania.
Tornato in Italia nel 1641, pubblicò a Ferrara nel 1644 il primo volume delle sue Osservazioni della Lingua Italiana, però morì poco dopo nello stesso anno, senza aver potuto pubblicare il secondo volume della sua opera. Esso sarà pubblicato, dopo molte sventurate faccende, solo nel 1685.

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