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Il femminile in -essa: le donne e il potere
- augustonegrini
- 21 set 2021
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 30 gen 2022

Bianca Lancia, moglie di Federico II di Svevia. In fondo, il Castel del Monte.
In via di regola il femminile nella lingua italiana non presenta grandi difficoltà, finché rimaniamo nelle sue flessioni più frequenti: -a / -trice:

Tuttavia il femminile dell’italiano presenta una certa difficoltà riguardo al suffisso -essa, utilizzato in parecchi femminili di certi titoli. Intanto, la soluzione sarà proprio associarlo questo termine: TITOLI. Infatti è sempre un femminile associato a posizioni di potere con antiche origini. Possiamo distinguere la natura di questo potere a tre livelli:
1- Nobiltà: tranne che re e regina, o imperatore e imperatrice la maggioranza dei titoli nobiliari, quando declinati al femminile, impiega il suffisso -essa:

2- Gerarchia e autorità: come nel caso della nobiltà, anche altre posizioni di comando, sono declinate in -essa al femminile:

Questo comando può derivare anche da un'arma, che conferisce il potere a dare ordini leciti o anche illeciti (come nel caso di briganti e pirati):

3- Prestigio e privilegio sociale: non solo il comando, ma anche il prestigio era sentito come un privilegio sociale, conquistato tramite sforzo fisico o intellettuale. Pure lo studente rientra in questa categoria, visto che nel passato studiare era un privilegio da pochi (e in molti casi lo è ancora, purtroppo):

In altre lingue occidentali non è difficile trovare esempi analoghi, come -esse in francese, -ess in inglese, e anche -es(s)a o -isa in portoghese e spagnolo (nelle lingue iberiche il suffisso -esa è più spesso associato a nobiltà, mentre -isa, ormai raro, ad altre posizioni di prestigio):

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